martedì 28 febbraio 2017

Il Carnevale di Putignano

E per finire in bellezza non si può non parlare del più bel Carnevale pugliese e della sua maschera rappresentativa....


Cliccando il link qui sotto potrai leggere la storia, le tradizioni, gli eventi in programma,ecc...

Il Carnevale di Putignano


Ed ecco la bellissima storia di una delle più amate maschere che rappresentano in Italia la nostra amata Puglia.

Storia della maschera di Farinella


Farinella è la maschera tipica del Carnevale di Putignano.
Il suo nome è preso in prestito dal piatto simbolo della cucina putignanese: una farina finissima, ricavata da ceci e orzo prima abbrustoliti poi ridotti in polvere dentro piccoli mortai di pietra; un alimento semplice e sostanzioso, in passato immancabile presenza sulle povere tavole contadine, destinato al connubio con sughi, olio o fichi freschi.
Al primo Farinella, una specie di ubriacone sbrindellato senza caratteristiche particolari se non la miseria, segue agli inizi degli anni '50 una nuova versione.


il nuovo Farinella è una fusione tra la maschera di Arlecchino e il Jolly delle carte da gioco, ha un abito a toppe multicolori, un gonnellino rosso e blu – colori della città – e un cappello a tre punte con campanelli, simbolo dei tre colli su cui sorge Putignano. Della maschera originale Castellano decide di mantenere solo il volto rubizzo e il naso rosso.
Allegro e scanzonato, con quegli occhi beffardi e il sorriso ironico riassume il carattere dei putignanesi: provocatori, ironici, innamorati della vita, del buon bere e del godere a tavola. Orgogliosi della loro terra e del loro dialetto.
Farinella è il simbolo di un Carnevale che dura tutto l’anno, di una festa che racchiude allegria, riflessione, malinconia, gioia ed eccesso. In una parola, vita.

Da ubriacone a eroe: la salvezza del forno

Oltre a sfornare farinella, un giorno dal forno uscì Farinella, che da semplice fornaio diventò il salvatore della città. Questa versione dipinge Farinella non più come ubriacone, ma come un astuto ideatore.
Accadde che, nel secolo XIV, i saraceni frequentemente razziassero le zone di Putignano e dintorni portando scompiglio e povertà.
All’alba dell’ennesima incursione, a Putignano, un tale ebbe un’idea brillante per scampare alla razzia. Questo tale non aveva nome; o almeno, nessuno lo ricordava. Tutti lo chiamavano Farinella, poiché era fornaio e si distingueva dall’eccezionale naso rubicondo che aveva, nonostante non bevesse.
Farinella, dunque, salvò il paese.
Le cose andarono così: avvertiti dell’arrivo dei saraceni tutti gli abitanti si riunirono in piazza per decidere il da farsi: chi voleva scappare nella campagna e aspettare che i razziatori se ne andassero, chi voleva dar battaglia. Una gran discussione. Ad un certo punto, Farinella, alzò la mano e disse che aveva un’idea.
Tutti presi alla sprovvista dalla insolita intraprendenza rimasero a fissarlo e Farinella ne approfittò per esporre il suo piano: “Ascoltate non c’è bisogno né di abbandonare le nostre case, né di rischiare la vita in uno scontro impari. Li faremo cadere in un tranello. Da poco tempo è passata la peste, ma la paura è ancora molta: ci fingeremo malati di un morbo sconosciuto. Prenderemo la farinella e la spalmeremo sul corpo come se fosse pieno di pustole, poi tra noi serviranno dei monatti: mettetevi i vestiti delle guardie cittadine – rossi e blu – così da essere distinguibili, porterete anche campanelli sul cappello o sui piedi così farete rumore al passaggio, come usano fare quelli che trasportano i malati di peste. Infine, le guardie dovranno andare incontro ai saraceni, in veste di messaggeri: direte che la città è in quarantena, perché appestata.”
Tutti rimasero stupiti dal grande piano del fornaio.
Dopo alcuni minuti di riflessione, si votò.
La maggioranza era per attuare il piano di Farinella.
Tutta la popolazione in fermento, si diede da fare, perché tutto fosse pronto all’arrivo dei saraceni.
Quando le guardie cittadine avvistarono i primi cavalli, andarono incontro ai briganti e riferirono di non entrare in città perché era in quarantena.
I saraceni, scettici, mandarono due uomini a vedere, ma essi appena misero piede in città e videro i cittadini con le orrende piaghe e i monatti girare coi carretti, girarono i cavalli e tornarono dagli altri.
Putignano fu salva grazie all’ingegno di Farinella, che venne festeggiato come eroe cittadino e rimase nella storia della città divenendo anche la maschera di carnevale.






venerdì 24 febbraio 2017

Maschere veneziane realizzare in classe!

Ecco le splendide maschere che gli alunni hanno realizzato in classe in gruppo...



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giovedì 23 febbraio 2017

Il Carnevale di Venezia



IL CARNEVALE DI VENEZIA 




Venezia è una bellissima città famosa per tante cose, dalle attrazioni come le principali piazze e chiese, ad eventi capaci di attrarre migliaia di turisti. Uno fra questi è sicuramente il Carnevale di Venezia 2017: si tratta di una manifestazione capace di far divertire la gente, adulti e bambini, grazie alla sua natura allegra e festosa. Dall’11 al 28 febbraio 2017 il divertimento a Venezia è una garanzia.  

PERCHÉ PASSARE IL CARNEVALE A VENEZIA? 
Vedremo insieme perché il Carnevale a Venezia è così tanto atteso e importante a Venezia, ovvero quali siano le caratteristiche di questo evento che attira migliaia di persone ogni anno. L’atmosfera cittadina cambia in modo significativo durante il Carnevale, le piazze brulicano di divertenti maschere, le calli e le piazze si riempiono di colorati coriandoli mentre i canali veneziani si illuminano con le luci di questo magico evento. Già da gennaio si inizia a respirare un’aria diversa, un’aria di festa e allegria in attesa di uno fra i maggiori eventi mondiali. Scoprite l’opportunità unica di un Carnevale a Venezia leggendo il nostro articolo; se deciderete di parteciparvi regalandovi qualche giorno di vacanza a Venezia, state pur certi che avrete l’occasione di vivere un’esperienza che ricorderete a lungo. 




LA STORIA DEL CARNEVALE DI VENEZIA 

Questo evento, anche se prettamente flolkloristico, ha robuste origini storiche. Vi siete mai chiesti cosa significa la parola “Carnevale”? Vediamo assieme qualche informazione per arrivare a quest’evento preparati per viverlo nel pieno dei suoi significati. Ecco quindi 3 curiosità da non lasciarsi sfuggire:

  1. Carnevale è un termine che secondo gli esperti può derivare sia da “carrum novalis” ossia “carro navale”, una sorta di carro allegorico a forma di barca con cui gli antichi romani inauguravano le loro commemorazioni, sia da “carnem-levare” ossia “togliere la carne” facendo riferimento al periodo che quindi precede la quaresima. 
  2. Questa festa venne resa “festa pubblica” solamente alla fine del 1200 e tutt’ora viene celebrata solamente nei paesi cattolici. 
  3. Il Carnevale è spesso dedicato ad un tema di fondo, al quale ispirarsi per feste ed eventi di contorno. 
Ora che sapete qualcosa in più potrete immergervi nell’atmosfera festiva che quest’evento crea, ma vediamo innanzi tutto come organizzare questa vacanza. 



Il Volo Dell’Angelo

Tra le varie feste organizzate ce n’è una che spicca e richiama l’attenzione anche dei media, il “Volo dell’Angelo”: questo evento (che inizierà giovedì 19 Febbraio dalle ore 12.00) non è solo uno dei più importanti eventi del Carnevale di Venezia, ma è anche una tra le più antiche e suggestive manifestazioni appartenenti a questa pittoresca città.
Questo evento (che ogni anno da ufficialmente inizio ai festeggiamenti in piazza San Marco) è originario del 1500 quando in quegli anni, un giovane acrobata compì l’impresa di camminare su una fune tesa fino alla fine del campanile. Questo ragazzo era vestito con ali finte, legato ad una fune con degli anelli metallici, da qui l’evento prese il nome di “Volo dell’Angelo”.


Alcuni di voi potrebbero conoscere questa manifestazione come “Volo della Colombina“: questo nome è originario del diciottesimo secolo, quando sfortunatamente l’atleta incaricato non riusci a percorrere la corda dal campanile al Palazzo Ducale, precipitando al suolo, per questo poi si decise di sostituire l’acrobata con una grande colomba di legno. Dal 2001 il termine venne cambiato nuovamente e tornò ad essere “Volo dell’Angelo” in quanto il tragitto venne ripercorso da una persona in carne ed ossa, ovviamente con tutte le dovute misure di sicurezza.

LE MASCHERE PIÙ GETTONATE

Le maschere sono accessori d’obbligo quando si vuole partecipare al Carnevale di Venezia; se volete assistere alle manifestazioni ma non avete ancora idea di cosa mettere ecco qualche consiglio sulla maschera da indossare per entrare proprio nello spirito sia del Carnevale che della città. La nostra redazione saprà darvi qualche interessante spunto che sicuramente vi permetterà di fare un figurone!
Tra quelle più gettonate potrete sicuramente trovare:
  1. BAUTA: si tratta di una fra le maschere più famose che rappresentano in pieno la città e la tradizione della Serenissima; priva di naso e bocca viene indossata sia da uomini che da donne, (la versione femminile si chiama moretta).
  2. MEDICO DELLA PESTE: questa maschera è molto interessante in quanto rappresenta una situazione che all’epoca era autentica (i medici veneziani all’epoca della peste la indossavano, credendo di rimanere protetti dall’aria contaminata dei malati). Non spaventatevi, anche se la troverete un tantino inquietante all’inizio, potrà essere una fra le possibili maschere vincitrici.
  3. BERNARDON: Un’altra tipica maschera veneziana è la maschera del BERNARDON, questa maschera è definita “lurida macchietta popolare” in quanto rappresenta un vecchio pidocchioso, mostrando le piaghe dovute agli stravizi di gioventù.

IL CARNEVALE DI VENEZIA IN ANTEPRIMA

A seguire un breve video di repertorio che vi mostrerà il  “Grand Opening” del Carnevale veneziano 2016. Un modo mettere a fuoco il clima del carnevale veneziano in attesa della vostra vacanza per il prossimo Carnevale.

martedì 21 febbraio 2017

Esercizi: moltiplicazioni e tabelline



























Scenette divertenti per chi ama la drammatizzazione...


Il Carnevale di Fano

A partire da oggi inserirò nel blog curiosità e articoli sui più belli ed antichi Carnevali d'Italia!



Per una questione affettiva (vi ho già raccontato che ho trascorso tutte le estati della mia infanzia a Fano in quanto, in questa meravigliosa cittadina, ho alcuni dei miei amati parenti) e per la bellezza e la "golosità" di questo Carnevale, che tante volte da piccola ho vissuto anche d'estate, incomincio la carrellata con lo strepitoso Carnevale di Fano.






Il Carnevale di Fano: 10 motivi per non perderlo


Festa, gioia, divertimento, maschere e quintali di dolciumi! Di cosa stiamo parlando se non del Carnevale di Fano, il più antico e dolce d’Italia? Se siete pronti ad accaparrarvi quintali e quintali di cioccolatini e caramelle lanciati dai carri allegorici segnatevi queste date: 12, 19 e 26 febbraio e raccoglierete questa pioggia singolare, colorata e gustosissima!
Quintali di dolciumi, maestosi carri allegorici, la suggestiva parata della luminaria, l’allegria del Carnevale dei bambini al mattino, i premi della Lotteria: questi sono solo alcuni degli ingredienti di questo magnifico evento marchigiano che vede ogni anno una partecipazione di oltre 100.000 persone.
E se ancora non siete convinti vi suggeriamo 10 buoni motivi per non perdere questa bellissima kermesse!

1. Il Carnevale di Fano: il più antico d’Italia


Carnevale di Fano del 1952
Lo sapete che il Carnevale di Fano si è svolto ininterrottamente dal quattordicesimo secolo fino ad oggi? Nell’archivio storico comunale è conservato un documento risalente al 1347 dove vengono registrate le spese sostenute dal Comune per comprare l’occorrente per “El giucho de Charnevale”.  Ma si suppone addirittura che possa essere ancora più antico poiché è stata trovata una pergamena datata 11 luglio 1173. Nei secoli è cambiato il luogo delle sfilate, dal centro storico al più ampio e suggestivo viale Gramsci e con il tempo il Carnevale è andato caratterizzandosi sempre di più: a fine Ottocento venivano già organizzate sfilate a piedi e con carri. Nel 1872 venne istituito un comitato per l’organizzazione di questa manifestazione, denominato Società della Fortuna, oggi divenuta Ente Carnavalesca che coinvolge e appassiona migliaia di persone.

2. Il “getto” di dolciumi dai carri allegorici 


“Non coriandoli, gesso o nastri filanti, ma dolciumi: cioccolate, chicche, confetti, caramelle. Tonnellate e tonnellate di dolci: cofanetti, scatole, tavolette di fondenti, paste, goloserie, gianduie, croccanti, torrone, cremini”. (Fabio Tombari – scrittore fanese)


Il momento più atteso del Carnevale è il cosiddetto getto, cioè il lancio di dolciumi dai carri allegorici durante le sfilate, che rende unico questo evento. Ogni anno più di 170 quintali di praline al latte, al fondente, alla nocciola e al caramello. Cioccolatini alla crema, con ripieno di frutta e tantissime dolci sorprese piovono dai giganti carri di cartapesta, che i visitatori si affrettano a raccogliere con i colorati prendigetto firmati dall’artista fanese Paolo Del Signore, diventati un “must” dell’evento. E c’è di più! La caccia al dolciume ha il sapore della solidarietà. Acquistando il coloratissimo cono rovesciato al costo di 5 €, la somma andrà in parte devoluta in beneficenza ai terremotati.

3. Le sfilate dei carri allegorici


“Quando escono dai capannoni alla luce del sole, enormi, sgargianti, animati da meccanismi segreti, i carri allegorici sono uno spettacolo affascinante che sempre stupisce per il gioco perfetto di equilibri improbabili e per la lussuosa coreografia”
Le spettacolari “sculture animate” che richiamano temi d’attualità e della satira politica percorrono per tre volte l’itinerario tracciato: nel primo giro sono presentate le nuove creazioni (oltre ai lavori realizzati dagli abili maestri per la scorsa edizione); nel secondo giro è la volta del getto dei dolciumi sulla folla; il terzo giro è quello della “luminaria” che avviene al tramonto e i carri si illuminano di mille colori dando luogo ad un affascinante spettacolo di luci che vi lascerà senza fiato! Le sfilate si svolgono in viale Gramsci dove transiteranno 4 carri di prima categoria, 5 carri di seconda categoria, compreso un “Pupo” tutto nuovo, e decine di mascherate preparate dagli storici gruppi fanesi e da altri provenienti da tutta la provincia e non solo.

4. La tradizione dei maestri carristi 


“Guardando i carri viene spontaneo chiedersi come sono nati, quale mano gigante abbia potuto plasmare quei pupi enormi, quelle faccione rubiconde e la meraviglia aumenta sapendo che gli artefici di questo “miracolo” sono uomini normali, artigiani che si tramandano da anni la tradizione di questo mestiere antico quanto faticoso.”
Per realizzare le opere i maestri carristi e le decine di artisti, studenti, operatori e tecnici (in totale circa 600), sono all’opera quasi tutto l’anno. Noi li abbiamo incontrati l’anno scorso e li rincontreremo quest’anno sbirciando in anteprima all’interno dei grandi laboratori creativi. Ci hanno raccontato che i ragazzi imparano dai maestri carristi e che “il “virus del Carnevale” è come una malattia. Devi avere una grande passione perché siamo quasi tutti volontari!”
Come nasce un carro allegorico? Le professionalità coinvolte sono tantissime: falegnami, fabbri, artisti, resinatori, elettricisti, sarti, animatori, tecnici del suono. Il carro nasce, prima di tutto, sul bozzetto dove l’artista sviluppa la sua idea. La fase successiva è la “custrusiòn”, dove il carrista prepara una struttura in legno che ha la forma stilizzata del pupo e serve da sostegno alla creta. Si passa poi alla “mudellasiòn”, una gettata di creta fresca che viene progressivamente modellata fino ad arrivare alla figura del personaggio. Sulla figura modellata in creta, dopo aver passato una mano di scagliola, viene incollata la carta di giornale che ne prende la forma. E poi “se fa il forno”, cioè il pupo di creta ricoperto di carta viene messo ad asciugare con le stufe a gas e per sorreggerlo si mette una struttura portante di legno. Successivamente si passa una mano di gesso e quando il gesso è asciutto è pronto per la “colorasiòn” l’ultima fase che prevede un fondo di colore uniforme e poi con la pistola a spruzzo la messa a punto di tutte le sfumature. Con il tempo le tecniche si sono affinate e oltre alla cartapesta si usa anche il polistirolo e la resina.

5. La simpatia e l’esuberanza della Musica Arabita 


Tra le tradizioni su cui i fanesi non discutono c’è la presenza alle sfilate della “Musica Arabita”, che significa musica arrabbiata: un singolare complesso musicale nato nel 1923 che, facendo il verso ai salotti aristocratici, s’inventò la propria musica con oggetti poveri e di recupero. Orci, casseruole, coperchi, pettini, pignatte rappresentano gli strumenti di questa “strampalata” orchestra. Gli effetti sonori e la mimica dei suonatori (vere macchiette comiche) vi manderanno in visibilio. Perfezionata e molto allargata nel numero del componenti, sotto la direzione di Enzo Berardi, l’Arabita, oggi, furoreggia perfino all’estero. La Musica Arabita partecipa al Carnevale con un proprio carro che chiude la sfilata.

6. Il rito purificatore del Rogo del Pupo


Nell’ultimo giorno di festa, il Martedì Grasso, nella piazza centrale viene bruciato un fantoccio, detto il “Pupo”, che celebra la conclusione dei festeggiamenti carnascialeschi purificando e scaricando le “colpe” commesse durante il periodo del Carnevale.  Il Carnevale di Fano non ha una sua maschera tipica ma ha il “Pupo” che di volta in volta assume le sembianze di un personaggio salito alla ribalta della cronaca a livello locale, nazionale o internazionale, magari anticipando le grandi trasformazioni della società; è il caso per esempio dello “Sciatore” (anni Trenta, le prime vacanze sulla neve) o del  “Villico in Lambretta”  (1952, avvio della motorizzazione di massa); ma può esser  il sempliciotto del paese, il politico, il campione dello sport o addirittura il presidente degli Stati Uniti. Il pupo di quest’anno si chiama “El Selfie” – spiega il maestro carrista Giovanni Sorcinelli -, rappresenta un Vulòn, pieno di se, sbruffone e gradasso, adattato all’epoca moderna. Un vulòn che abusa dei Selfie e dei social network e proprio per questo abuso, viene ‘punito’ da un uccellino, simbolo di uno dei social più famosi” 

7. La magia del Carnevale dei bambini


Per i più piccoli sfila, la mattina delle tre domeniche di Carnevale, dalle ore 10.00 in Viale Gramsci il “Carnevale dei Bambini” con carri e mascherate su misura e ingresso gratuitoBambini e adulti insieme, scoprono le proprietà e i significati delle maschere accompagnati dal vulon, maschera tradizionale rappresentata dal contastorie Filippo Tranquilli. Ci sarà uno spazio di animazione per i bambini “Ri- animiamo il Carnevale” a cura dell’istituto Professionale “A. Olivetti” e sarà possibile visitare i carri allegorici disposti lungo Viale Gramsci,presentati dai rispettivi carristi e appositi laboratori creativi

8. Il Carnevale degli animali


Il Carnevale di Fano è animal friendly! Il divertimento è assicurato anche per gli amici a 4 zampe con il contest “Carnevale da Cani,una sfilata in maschera di cuccioli accompagnati dai loro padroni in programma domenica 26 febbraio alle 10.30 con ritrovo in viale Gramsci (zona Borgo Cavour). Durante l’evento, organizzato con la collaborazione di Melampo e canile del Ragano, cane e padrone dovranno travestirsi nella maniera più simile possibile.Partendo da Borgo Cavour fino ad arrivare in Piazza XX Settembre, dove sul palco della Carnevalesca ci sarà la p

9. Carnevale solidale con la “Lotteria del Carnevale 2017”



Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con la fortuna e la solidarietà con la “Lotteria del Carnevale 2017” promossa dall’Ente Carnevalesca, in collaborazione con le associazioni di volontariato. Oltre ad essere un’occasione per fare beneficenza, la lotteria dà la possibilità al fortunato vincitore del super premio di portarsi a casa un’automobile. Ogni domenica di sfilata, (12,19 e 26 febbraio) alle ore 18, in piazza XX Settembre al termine dei corsi mascherati, si svolgerà l’estrazione dei premi fedeltà. Il momento più atteso è ovviamente quello dell’estrazione finale che si svolgerà nella giornata di “Martedì Grasso” (28 febbraio) alle ore 18 in piazza XX Settembre. 

10. Il Challenge fotografico #carnevaledifano2017 


Un’opportunità da non perdere per gli appassionati di fotografia è challenge fotografico ideato dall’Ente Carnevalesca in collaborazione con Filippo Borioni (di Associazione OASI Confartigianato Marche), il Social Media Team Marche (di Fondazione Marche Cultura) e il network di community Marche in Action è aperta a tutti coloro che posteranno sui social network (Facebook, Instagram, Twitter) foto relative all’evento per tutta la sua durata, taggandole con l’hashtag #carnevaledifano2017 . Verranno premiate le 8 fotografie che rappresenteranno al meglio il focus del Carnevale di quest’anno: Creatività e Made in Italy. Gli autori degli scatti potranno salire sui carri durante le sfilate del 19 e del 26 febbraio e vivere il Carnevale da una prospettiva originalissima oltre che visitare il laboratorio degli artigiani carristi prima della partenza della sfilata. Le 8 fotografie vincitrici verranno proclamate venerdì 17 e venerdì 24 febbraio 2017. Tutte le info qui.

E per finire… una visita alla splendida Fano: la città della Fortuna 


Il Carnevale rappresenta un’occasione ideale per visitare la deliziosa città  di Fano che vanta uno straordinario centro storico romano con tanti monumenti, tra cui il celebre Arco di Augusto, palazzi e chiese. La Chiesa di Santa Maria Nuova accoglie la tavola del Perugino Madonna e Santi, realizzata in collaborazione col giovane Raffaello Sanzio, e da vedere è anche la chiesa barocca di San Pietro ad Valium, ornata da stucchi, affreschi e dorature. Una chicca è il Teatro della Fortuna, realizzato nel 1665, e il Museo Civico, che conserva una importante sezione archeologica, mentre nella  Pinacoteca è possibile ammirare dipinti del cinquecento, tra cui opere di Guido Reni e del Domenichino.

lunedì 13 febbraio 2017

L'acqua: un bene prezioso

L'acqua è un bene prezioso per l'umanità...
Impariamo a non sprecarla!


Ecco dei consigli utili per tutti noi....









venerdì 10 febbraio 2017

Esercizi di scienze

Esercizi per il ripasso di scienze


La fotosintesi clorofilliana


Il ciclo dell'acqua

giovedì 9 febbraio 2017

L'impianto di depurazione

La depurazione delle acque



Ecco alcune foto delle diverse parti di un impianto di depurazione...










Il seguente è uno dei numerosissimi impianti di depurazione presenti in Italia...


L'Italia fisica



Il Fiume Arno (vicino Firenze, in Toscana)




ed ora prova a completare l'esercizio...